Nel 1987 è sorto il Presidio Ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce, come struttura sanitaria pubblica che offre prestazioni sanitarie di tipo diagnostico, terapeutico e riabilitativo, di peso tecnico medio-alto, atte a risolvere i problemi di salute sia in regime di ricovero che ambulatoriale.
Sin da subito, i cappellani e le Suore Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli hanno prestato il loro aiuto a quanti versavano in stato di bisogno.
Tuttavia, a seguito delle numerose forme di povertà e disagi presenti tra i pazienti del nosocomio, nel 2000, si è deciso di costituire un Fondo di Solidarietà Permanente per effetto del quale i dipendenti della struttura ospedaliera che sceglievano di aderirvi, autorizzavano la detrazione dalla propria busta paga di un importo prefissato variabile a partire da un minino di 1,00 €.
Le somme così raccolte permettevano al Comitato di Gestione del Fondo di rispondere in maniera concreta alle povertà espresse dai degenti e dai loro familiari.
Una delle prime iniziative sviluppatasi in seno al Comitato di Gestione fu la costruzione, all’interno del perimetro stesso del Presidio Ospedaliero, di una Casa di Accoglienza, una foresteria in grado di ospitare i parenti dei degenti che risiedono fuori zona, nonché pazienti italiani e stranieri in stato di malattia e in cura presso il nosocomio, garantendo vitto e alloggio.
Dal 2001, il Fondo di Solidarietà Permanente è confluito nell’ Associazione vera e propria che assumeva la denominazione di “Cuore mani aperte verso chi soffre”.
L’Associazione assunse sin da subito la forma giuridica di ONLUS, come espressamente previsto dalla Legge per le Associazioni di Volontariato.
Grazie alle donazioni, alle raccolte fondi e alla vendita di diversi gadgets, la Casa è stata costruita in breve tempo e inaugurata il 13 marzo del 2004.
In contemporanea, il Cappellano del “Vito Fazzi” e fondatore dell’Associazione, Don Gianni Mattia – a seguito delle numerose esperienze di malattia, il più delle volte di giovanissimi pazienti, di cui era stato testimone – prendeva l’iniziativa di organizzare dei corsi di Clownterapia, attraverso i quali formare dei volontari ospedalieri in grado di migliorare lo stato psicologico dei pazienti pediatrici e psichiatrici, aiutandoli ad affrontare con spirito positivo le terapie mediche e la degenza, nonché a promuovere la distensione nel rapporto con il personale medico.
In questo modo cominciava spiccatamente a manifestarsi quel “Cuore”, ossia quel sostegno morale e spirituale che è insito nel nome stesso dell’Associazione.
Mentre, le “mani” – ossia la concretezza – operavano non solo attraverso la Casa di Accoglienza, ma altresì attraverso il nascente Gruppo Carità e Preghiera, i cui volontari si prodigavano per compiere aiuti reali, fatti di piccoli gesti (donazione di vestiario, preparazione di pasti) nei confronti dei malati dell’Ospedale, dei loro familiari e, in generale, dei bisognosi che entravano in contatto con l’Associazione, il tutto accompagnato dal conforto che viene dalla Preghiera.
Nel tempo, si instauravano importanti collaborazioni con altre Associazioni. In particolare quella con l’Associazione “Arcobaleno su Tanzania”, che ha permesso dapprima la realizzazione di un pozzo in terra d’Africa e successive collaborazioni.
Nell’agosto del 2019 l’Associazione ha modificato la sua denominazione in Associazione Cuore e Mani aperte – OdV continuando sempre a operare, secondo lo spirito di carità cristiana.
“Poter aiutare i bambini grazie a voi non mi fa ammalare di 'indifferenza'. La mia fiducia è ben riposta.”